22 dicembre 2010

Di più per meno

Cos'è quel senso di inquietudine, di irrequietezza che ci attanaglia quando tutto intorno sembra andare per il verso giusto? Presagio o Paura? ... Correre via... o schiantarcisi contro?
Prendere o mollare. L'equilibrio della follia. Di più per meno. L'algebra impossibile dei desideri. Tutto, non torna. Ma in fin dei conti non lo abbiamo mai voluto indietro. Qualcosa deve pur andare per la sua strada. Ancora. Anche ora. Anche se.

10 dicembre 2010

Di nuovo

... certe volte mi piace anche sentire che mi spingi nella mia parte del letto... che ti infastidisce la mia gamba, che si avviluppa alla tua pelle morbida... Essì. Mi piace. Perchè mi sembra che nulla è scontato. Soprattutto nel sonno. E allora mi vien voglia di conquistarti di nuovo.

01 dicembre 2010

perchè?

Non ho bisogno dei perché. I perché sono sopravvalutati. Come i "dove" e i "quando". Chiedimi dei "come"... è dei come che saprei dar risposta....
Del come ti guardo. Che ogni volta è una scoperta.
Del come ti aspetto.
Del come cambio. Accanto a te.
Del come ti cerco. Senza sosta, ad ogni angolo.
Del come ti ascolto e scopro che sei fatta di valori grandi, idee da difendere, emozioni nascoste.
Del come vorrei condividere con te il caffè del mattino, le pause del giorno e le paure della sera...

ma è soprattutto per i tuoi "come" che non ho bisogno dei perchè...
del come ti prendi cura della cucina e delle persone che ami...
del come difendi un'idea e un sorriso
del come richerchi la verità delle parole e un pò di pace per l'anima stanca...
del come diventa grande il mondo... quando ridi con la pancia e con il cuore...
del come mi fai sentire quando il mio abbraccio è tutto quello che ti basta...

Come dirti allora... del perchè sto con te?!?

13 novembre 2010

per abitudine

Non amarmi per abitudine.
Preferisco l'incertezza del sentimento, alla monotonia del cuore.

03 novembre 2010

si.lenzi.

Sei fatta di silenzi. Come lo sono i discorsi importanti. E i momenti indimenticabili.

28 ottobre 2010

non merito

Quel che credo poi... è di non meritare il senso di colpa, per lo sbaglio ingenuo, per l'eccesso di zelo, non merito il distacco. Non merito il silenzio.
Credo di essere una persona attenta. E mi rode il culo di sentirmi una merda. Mi rode il culo. Tanto. Tanto. Tanto. Fanculo le giornate così. Fanculo il sole quando mi rode. Fanculo il cellulare che squilla quando vorrei solo rispondere e gridare e insultare tutti. Fanculo lavorare. Fanculo.


.... per foruna anche le giornate così... minuto dopo minuto, scivolano via.

27 ottobre 2010

Io, sbando

... ad aver il coraggio di accellerare quando mi trovo di fronte ad un muro.. l'avrei già fatto. Ma son codarda. Si sa. Io sbando.
E così rimango in apnea... in questi giorni così strani... dove la pioggia si mischia col sole con insicurezza e indecisione. Rimango in apnea, per non respirare l'aria, la terra, e tutta la merda che c'è in giro ( e che forse ho contribuito a spargere). Rimango in apnea perchè se respiro piango. E se piango son finita. E di finire non ne ho voglia. Altrimenti avrei il coraggio di accellerare quando mi trovo di fornte ad un muro.
Io invece, sbando.

10 ottobre 2010

...delle paure

... della paura grande, di guardarti negli occhi e chiederti se mi ami... della paura folle di conoscere già la risposta... della paura ineluttabile di saper che non mi amerai mai....

28 settembre 2010

NON SOPPORTO

Tutto quello che non sopporto ha un nome.
Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità. Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza. I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata. La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.
Ma non sopporto neanche le generazioni successive. Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus. Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù. La prosopopea eroica dei giovani è patetica. Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto in autobus. Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.
Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancora più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.
Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e il loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina. Che sfortuna non è. Solo mancanza di impegno.
Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli.
Non sopporto i manager e non c’è nemmeno bisogno di spiegare il perché. Non sopporto i piccoli borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza sapere nemmeno il significato della parola.
Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.
Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.
Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati. Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili. Tutto consentito tranne l’omicidio. Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma, mettono in difficoltà. Perché boicottano la cattiveria. Quindi, sono insopportabili.
Ti chiedono: “come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.
Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.
Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli incisivi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza a l taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, color che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti rincontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai l’occasione che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono carino, bellino, stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci […]
Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i attutisti,i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.
Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessari età, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.
Non sopporto niente e nessuno.
Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.
Solo una cosa sopporto.
La sfumatura.

Sorrentino - Hanno tutti ragione

27 settembre 2010

Privilegi mancati

Ho sempre ritenuto che il più grande privilegio, sollievo e conforto dell'amicizia fosse quello di non dover mai spiegare nulla. (Katherine Mansfield)

21 settembre 2010

mi aggrappo

... è in questi giorni qui... in cui tutto mi sembra così faticoso e difficile... che
mi aggrappo all'idea di te... del tuo profumo, dei tuoi sorrisi incerti e grandissimi...
si. mi aggrappo a te.

16 settembre 2010

... del perchè ci si sveglia così...

Certi giorni, ti svegli con quel sapore amaro di quando ti senti derubato. Così. All'improvviso. E il sapore t'impasta la bocca. E ti toglie il sorriso. Ma quel che è peggio... è che dopo che ti sei dannato, alla fine ti chiedi se sia stato il sogno a farti cader vittima del sopruso. Allora non capisci più... se sia vero che qualcuno ti abbia derubato di qualcosa, o che semplicemente che quel che ti hanno tolto, non lo hai mai avuto. Ed è spossante non saperlo. Intacca l'anima e l'orgoglio.
Allora puoi decidere solo due cose: lotti per riconquistare quello che ti hanno tolto, o lotti per conquistare quello che non hai mai avuto.
Io ti amo.
E scelgo di lottare in ogni caso.

28 luglio 2010

solitudine immensa

"Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire, con domande, con carezze,
quella solitudine immensa, d'amarti solo io."

Salinas

19 luglio 2010

davvero

... inutile ribellarsi. Il mio corpo aspetta te per funzionare.
Che si tratti di un film al cinema , di uno spettacolo a teatro o di un concerto all'aperto...
ho bisogno di sentire il tuo sguardo su di me per iniziare realmente a "guardare" o a "sentire" davvero...

02 luglio 2010

è quel che è

...e così ad un certo punto io mi aspetto il tuo silenzio.
lo aspetto puntuale come un orologio. Alla fine arriva pure quello. Puntuale e ineluttabile,
come il giorno, la notte e l'ora di cena. Ogni giorno mi sveglio con il timore di quello che non sarà più. Che ieri bastava, oggi chissà. Domani proprio non lo so. Per quanto mi tormenti e mi cimenti in varianti del mio amore... questo è... niente di più di quello che già conosci... è poca cosa lo so... non colma nè dubbi nè paure... non lenisce i dolori, non fa dimenticare l'abbandono... non rende sicure le incertezze... è in balia dell'essere e arranca al divenire... ma questo è... Non ci sono varianti.
é quel che è...
ma è tutto quel che ho...